Via della Madonna n. 40
Lapide a GIUSEPPE GARIBALDI

                     
GIUSEPPE GARIBALDI (Nizza, 1807 - Caprera, 1882).
La lapide ricorda la visita a Pistoia di Giuseppe Garibaldi del 14 luglio 1867. In quell'occasione l'eroe soggiornò nella casa dell'avvocato Giuseppe Gargini, che con la moglie Marietta lo accolse calorosamente con un pranzo d'onore. Come ricorda l'iscrizione, l'eroe si affacciò da casa Gargini per parlare alla folla. La mattina successiva Garibaldi partì in treno con un gruppo di suoi sostenitori per Gavinana, dove volle rendere omaggio alla tomba di Francesco
Ferrucci. Durante il viaggio di ritorno gli sarebbe stato sottratto il poncho, ricordo delle avventure sudamericane al quale era affezionatissimo, perché aveva avvolto il figlio appena nato e la moglie morente. La visita di Garibaldi a Pistoia fu un avvenimento a lungo atteso: prevista nel 1862, in occasione dell'inaugurazione del Tiro a Segno, era stata rimandata a causa delle vicende d'Aspromonte, lasciando una profonda amarezza in quanti desideravano incontrarlo. Tra questi la poetessa Louisa Grace, moglie dell'ingegner Francesco Bartolini, che aveva scritto per l'occasione un Inno a Garibaldi destinato ad essere musicato per accogliere l'arrivo in città dell'eroe. La Grace, morta prematuramente nel 1865, non ebbe mai più occasione di incontrarlo. La lapide fu collocata il 2 luglio 1882, in occasione delle solenni manifestazioni per il trigesimo della morte di Giuseppe Garibaldi. In quella circostanza fu anche intitolata a Giuseppe Civinini, figlio del medico Filippo e segretario personale di Garibaldi, la piazzetta di fronte al teatro Manzoni.


Via della Madonna n. 46
Lapide a FILIPPO CIVININI

FILIPPO CIVININI (Pistoia 1805 - Pisa 1844).
La lapide ricorda la casa natale dell'illustre medico anatomista Filippo Civinini. Dopo gli studi a Pistoia, si perfezionò all'Università di Pisa, dove divenne dissettore anatomico e docente di anatomia e chirurgia. Le sue ricerche contribuirono in modo determinante allo studio delle ossa umane, ed inoltre ebbe il grande merito di aver ampliato il catalogo delle collezioni del museo anatomico pisano. Collaborarono con il Civinini alcuni fra i più eminenti medici dell'epoca, tra cui i pistoiesi Atto Tigri (1813-1875) e Filippo Pacini (1812-1883). Morì a Pisa appena trentanovenne, lasciando due figli, Filippo e Giulia, che tornarono a vivere a Pistoia con la madre.
Entrambi lasciarono di sé memoria imperitura: Filippo fu fin da giovanissimo impegnato nelle vicende dell'Unità d'Italia, prima aderendo alla Giovine Italia di Mazzini e in seguito come amico e segretario di Garibaldi. Fu al fianco dell'eroe in tutte le imprese più gloriose, ma anche durante la prigionia al Varignano e nell'esilio a Caprera. Giuseppe Civinini fu giornalista, a lungo direttore de "Il Diritto" e de "La Nazione", e in seguito senatore, eletto prima nelle file della sinistra e poi nella destra. A lui è intitolata la piazzetta di fonte al teatro Manzoni. Giulia Civinini, sposata Arrighi, fu poetessa e direttrice didattica molto apprezzata. A lei è intitolata la Scuola primaria nella vicina via Verdi.
Via della Madonna n. 41
Lapide a Giovanni Marradi

Giovanni MARRADI (Livorno 1852 - Livorno 1922).
La lapide ricorda il poeta e letterato Giovanni Marradi. Figlio di modesti commercianti, Marradi si appassionò ben presto alla poesia e, sostenuto dallo zio paterno Michele Marradi, nel 1869 si trasferì a Pistoia, dove fu un precoce frequentatore del salotto culturale di Louisa Grace Bartolini. A Pistoia il giovane livornese conobbe Giovanni Procacci, letterato e poeta, che lo invitò ad iscriversi nel 1870 al liceo Forteguerri. Completò gli studi classici al Liceo di Livorno e successivamente frequentò prima l'Università di Pisa e poi a quella di Firenze, senza però mai giungere alla laurea. Al pari di molti poeti italiani degli ultimi decenni dell'Ottocento, Giovanni Marradi fu influenzato da Giosuè Carducci, che divenne punto di riferimento sia a livello tematico, per la sua tendenza a polemiche e battaglie morali e politiche, sia a livello formale, per la sua impostazione classicistica. Anche se fu celebre per le composizioni di epica patriottica, come le Rapsodie Garibaldine scritte in occasione del centenario della nascita di Garibaldi, il Marradi ebbe sicuramente maggiore sensibilità e ispirazione nelle composizioni poetiche dedicate ai paesaggi della Toscana e nei canti amorosi (Canzoni moderne e Fantasie marine), raccolte e stampate in varie edizioni.

  
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